Il Cairo è una delle più densamente popolate capitali del mondo.
Situato sulla sponda ovest del Nilo, ma i siti più famosi e più interessanti da visitare sono nella parte orientale della città.
Il centro del Cairo, cuore della capitale effervescente, è sede di importanti edifici caratterizzati dall'architettura tipica del secolo XIX.
Attraversando la capitale, il Nilo forma due isole, Roda e Gezira, aree residenziale tranquille, con tanto verde per passare il tempo libero.
Il centro del Cairo
Il centro del Cairo
Uno dei più rinomati punti di attrazione del centro del Cairo è il Museo Egizio, che vanta la più ricca collezione di reperti egizi oggi al mondo.
Tra i suoi tesori i preziosi oggetti appartenenti al re Tutankhamon.
Inoltre, sono da non perdere il Palazzo Abdin, il quale oggi ospita l'omonimo museo, ed il Palazzo Manyal, antica residenza regale composta da cinque splendidi padiglioni ubicati nel mezzo di un lussureggiante parco botanico cinto di mura.
Il Cairo islamico
Con le sue vie e palazzi che ricordano le fiabe del Mille ed Una Notti, il Cairo islamico ospita un gran numero di templi e moschee, tra cui la moschea di al-Azbar, centro di studio e di insegnamenti islamici da oltre un millennio.
Altri luoghi importanti di quest'area sono la Cittadella, la moschea di Mohammed e la moschea di Ibn Tulun considerata la più antica della città.
Il Cairo copto
La parte di sud della città è il Cairo antico, o Cairo copto, con numerose chiese costruite nell'antica fortezza di Babilonia, come la chiesa "La Sospesa", che riceve il suo nome dalla sua posizione "sospesa" tra due torri romaniche.
Menfi fu capitale dell'Egitto durante l'Antico Regno e si ritiene che sia stata fondata nel 3100 a.c. da Mene, il sovrano che riunì il Basso e l'Alto Egitto.
Una delle più grandi città del mondo antico, oggi caratterizzata da un semplice museo all'aperto con pochi elementi archeologici, in parte riscattato dall'eccezionale reperto costituito dai resti di una statua colossale di Ramses II.
La vastità e la grandezza della necropoli che emerge intorno a Saqqara costituiscono una prova delle dimensioni e della prosperità che Menfi deve aver conosciuto.
Purtroppo di questo splendore antico oggi ci resta ben poco.
La città, interrata sotto il villaggio di Mit Rahine, era già degradata quando gli arabi di El-As conquistarono l'Egitto nel 641 d.C.
Questi e i loro successori si servirono di Menfi come cava di materiale da costruzione per la nuova capitale, Il Cairo.
Col tempo, i depositi di limo delle inondazioni annuali del Nilo hanno ricoperto la città, fino a trasformarla in una pianura, oggi ricoperta da boschetti di palme, campi coltivati e villaggi.
La presenza della popolazione locale, unita alla crescita del livello delle acque dopo lo sbarramento del Nilo ad Assuan, hanno fatto sì che gli archeologi non abbiano mai potuto scavare il sito, completamente scomparso insieme ai suoi magnifici templi e palazzi già abbattuti e saccheggiati dagli invasori stranieri.
Fortunatamente durante alcuni lavori di edificazione locale sono stati ritrovati i blocchi di un antica costruzione e i frammenti di vairie statue; parte di questi sono esposti nel piccolo museo di Menfi.
Il reperto più significativo è il colosso di Ramses II, trovato nel 1820.
Nel giardino del museo, oltre a numerose altre statue di Ramses e una sfinge in calcite della XVIII dinastia, che pesa circa 80 tonnellate ed è una delle più grandi mai rinvenute, si trovano numerose lastre di calcite sulle quali venivano mummificati i tori prima della sepoltura nella vicina Saqqara.
Anche se il sito di Abusir è aperto al pubblico soltanto dalla metà degli anni '90, esso è da tempo noto come il luogo della scoperta egittologica più fortuita: un deposito di papiri di grande interesse portato in luce negli ultimi anni del XIX secolo.
Ciò che rende affascinante l'area è la posizione isolata: un promontorio sabbioso, dove il deserto sale dai palmeti della pianura del Nilo, poco visitata dai turisti.
La Piramide di Sahura è la più settentrionale del gruppo di quattro piramidi di Abu Sir ed è la sola nella quale attualmente è consentito l'ingresso: un passaggio in discesa, molto stretto, immette in un'unica e stretta camera funeraria.
Sul lato est della piramide sorgono i resti del tempio funerario di Sahura, del quale alcune pareti sono state restaurate per arrivare fino ad un'altezza di circa un metro, quanto basta per delineare la pianta dell'edificio.
I muri del tempio erano decorati con rilievi che illustravano le campagne vittoriose del faraone contro i libici.
Molti di questi rilievi sono ora esposti al Museo Egizio del Cairo, ma alcuni frammenti sono ancora in situ e rendono interessante l'esplorazione della zona.
II successore di Sahura fu il fratello, Neferirkara,la cui piramide è la più meridionale e la più grande delle quattro.
Incompiuta alla morte del faraone, il suo rivestimento esterno fu terminato in modo sbrigativo con mattoni di terra cruda.
Oltre le sue piramidi, Abusir è rinomata per due importanti scoperte fatte in questa zona.
Nel XIX secolo fu rinvenuta l'importante serie di papiri con descrizioni di cerimonie e feste religiose e nell'anno 1998 una squadra di archeologi Cechi, che tutt'ora lavora nella zona sud-ovest dell'area, scoprì la tomba ancora intatta del sacerdote Iufaa, del VI secolo a.C., contenente la mummia di Iufaa e centinaia di manufatti e amuleti.
Saqqara è uno dei siti archeologici più ricchi dell'Egitto, con monumenti che ripercorrono anni di storia, dalle primissime strutture funerarie egizie ai monasteri copti.
Edificata come necropoli, o città dei morti, della capitale dell'Antico Regno, Menfi.
Le tombe più antiche risalgono alla I Dinastia (3100-2890 a.c. circa) mentre le più recenti appartengono al primo periodo persiano, intorno al 500 a.C.
L'area restò sotto l'ombra della dimenticanza fino a tempi recenti, quando Auguste Mariette esplorò Saqqara nel 1850.
Egli scopri una sfinge sepolta nella sabbia e si rammentò di un passo del geografo greco Strabone che faceva menzione di un Serapeo a Menfi e di sfingi a Saqqara.
Seguendo questa traccia, Mariette iniziò a scavare e riuscì a portare alla luce il viale di sfingi e, da quello, il Serapeo.
Sei sfingi provenienti dal viale di accesso al Serapeo ora sono custoditi nel museo del Louvre, a Parigi.
Gli archeologi sostengono che i monumenti di Saqqara attualmente visibili rappresentano soltanto una minima parte di quanto potrebbe essere ancora sepolto.
Anche se così fosse, la quantità di monumenti finora scoperti e aperti al pubblico è tale da rendere la visita di Saqqara una frastornante avventura.
Durante la visita di Saqquara sono quattro i complessi monumentali che dovrebbero figurare in testa all'elenco di ognì turista:la Piramide a Gradoni di Zoser, la Piramide di Teti, la Piramide di Unas e il Serapeo.
I dintorni di Saqqara
Due chilometri a sud del complesso principale inizia la zona meridionale di Saqqara, che comprende piccole piramidi in rovina costruite da Pepi I, Pepi II, Djedkare e Merenre.
La piramide di Pepi II contiene alcune pregevoli iscrizioni geroglifiche.
La vicina Mastabat al Faraun, o "panca del faraone", è un vasto complesso funerario monolitico di un re della IV dinastia.
Il modo migliore per raggiungere questi siti dal Serapeo è a dorso d'asino o di cammello, o a cavallo.
Il complesso funerario di Djoser
Punto focale di Saqqara è il complesso funerario di Djoser (Zoser), che regnò dal 2667 al 2648 a.c. circa, e fece costruire la Piramide a Gradoni da Imhotep, sacerdote e primo grande architetto della storia.
Sebbene l'altezza della Piramide di Djoser è solo la metà delle due maggiori Piramidi di Giza e, la piramide di Imhotep rappresenta un'evoluzione senza precedenti nella storia dell'architettura mondiale.
Fino ad allora, le tombe reali egizie erano costituite da stanze incavate nel terreno e ricoperte di mattoni crudi, o mastaba.
Imhotep scelse invece di utilizzare la pietra e di costruire non una sola maastaba, ma sei, una sopra l'altra.
Il complesso, circondato da un muro in calcare perfettamente tagliato, di 10 m d'altezza, comprendeva cortili, sacrari, padiglioni e cappelle.
L'ingresso era come oggi, era tramite il portale nell'angolo sud-est che si apriva su una lunga galleria coperta, sostenuta da 40 pilastri dette fascicolate poiché riproducono fasci di steli vegetali
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Questa galleria consente l'ingresso al Grande Cortile, uno spazio a cielo aperto delle dimensioni di un campo da calcio che precede la piramide.
Nell'angolo sud-ovest sorge un edificio addossato al muro di cinta, che porta alla Tomba Sud.
Il settore orientale è occupato dal Cortile detto della Heb Sed, collegato ad una festa con il quale il re rinnovava e confermava il proprio potere ripetendo la cerimonia della sua incoronazione.
A nord di questo, sorgono le vestigia di due padiglioni, uno dedicato all'Alto e l'altro al Basso Egitto, i due regni unificati su cui governava Djoser.
Oltre questi edifici, verso ovest, si trova il luogo più curioso dell'intero complesso, una struttura in pietra, il serdab, sul cui fronte sono praticati due fori: guardandovi attraverso verrete a contatto con lo sguardo del re, incastonato nel volto di una statua a grandezza naturale dipinta.
Questo accorgimento consentiva al ka del re di comunicare con il mondo esterno.
La statua è una copia; l'originale è esposto nell'atrio del Museo Egizio del Cairo.
Il Serapeo
Il più insolito monumento di Saqqara è la misteriosa camera funeraria sotterranea dei tori sacri Api.
Il Serapeo, o Serapeum, consiste in una serie di lunghi corridoi oscuri su cui si aprono camere laterali che custodivano 25 giganteschi sarcofagi di granito del peso di circa 70 tonnellate l'uno, contenenti le mummie dei tori sacri Api.
Considerati incarnazioni di Ptah, dio di Menfi, questi erano allevati dai sacerdoti e, dopo la morte, venivano sepolti con grandi cerimonie nelle gallerie sotterranee del Serapeo, scavate nella roccia, la cui costruzione fu iniziata da Amenofi II, e che rimasero in uso fino al 30 a.C.
A sud del complesso di Djoser, un cumulo informe è quanto rimane della Piramide di Unas, illustrata a sinistra, sepoltura dell'ultimo re della Quinta Dinastia.
Al momento della scoperta, nel 1881, le pareti interne erano ricoperte di geroglifici: si tratta di testi funerari, noti come Testi delle Piramidi, che compaiono qui per la prima volta.
Purtroppo, in ragione del degrado causato dai visitatori, la piramide è ora chiusa al pubblico.
La rampa processionale che vi dà accesso è costeggiata da numerose tombe, molte delle quali sono solitamente aperte.
Proseguendo verso sud si arriva a Dahshur, altro importante sito per la storia dell'architettura delle piramidi.
Il remoto e desertico sito di Dashur è di grande importanza per la storia dell'architettura delle piramidi.
Ve ne sorgono due, risalenti all'Antico Regno, situate cronologicamente dopo quelle di Saqqara e Meidum e prima di Giza e Abusir.
Sono state erette da Sneferu (2613-2589 a.c.), padre di Cheope, il faraone della Grande Piramide.
Aperto al pubblico soltanto dalla metà degli anni '90, il sito di Dahshur è tutt'ora poco visitato, ed è molto probabile che quanti vorranno visitarlo potranno godere del luogo in un ambiente calmo e riservato.
L'edificazione è iniziata con i lavori della Piramide Romboidale, o a Doppia Pendenza: la più antica piramide.
La Piramide Romboidale è considerata la prima piramide vera e propria, in quanto le precedenti erano a gradoni,come quella di Zoser a Saqqara, risalendo ad un'epoca priva di esperienze nell'architettura delle piramidi.
E' quindi comprensibile che i suoi architetti abbiano commesso imprecisioni nei calcoli: la innalzarono dalla base secondo un'inclinazione di 55°, ma, arrivati a metà altezza si accorsero che la struttura diventava instabile e pertanto la completarono con un'angolazione di circa 44°.
Dalla variazione della sua pendenza il risultato è l'aspetto "romboidale".
Fatto insolito per le piramidi di questo periodo, la maggior parte del rivestimento in calcare è ancora intatto e ci offre un'idea del maestoso spettacolo che dava.
Avvicinandovi, potrete apprezzare quanto liscia sia la superficie e figurarvi che tutte le piramidi ne erano impreziosite.
Non contento di questa piramide, Sneferu nel suo trentesimo anno di regno iniziò la costruzione della Piramide Rossa, questa volta con un'angolatura di 43 gradi.
La piramide deve il suo al colore delle antiche incisioni.
Seconda soltanto alla Grande Piramide per dimensioni, vi si accede attraverso un passaggio sul lato nord che consente di accedere all'interno; a 30 m da terra, verso sud, si domina un panorama che abbraccia le piramidi di Saqqara, Abu Sir e Giza.
Un passaggio in discesa di 65 m immette in tre ambienti; i primi due hanno alte volte formate da blocchi aggettanti, antesignani della Grande Galleria della Grande Piramide di Giza.
Altre due piramidi, più piccole, risalgono al Medio Regno, ma sono in rovina e presentano minore interesse.
Situati alle due estremità del Cairo - Giza a sud-ovest e Eliopoli a nord-est - questi sobborghi della capitale marcano due momenti anche storicamente ben distinti.
Giza, famosa per i suoi antichi monumenti è l'area con le testimonianze architettoniche più remote.
Nell'area diamentralmente opposta la storia ci porta a tempi più recenti, verso la fine del secolo XIX, quando un ricco industriale belga acquistò una porzione di deserto a nord del Cairo dove fondò una piccola città satellite, Eliopoli.
Anche se oggi assorbita dalla metropoli del Cairo, attrae ancora i turisti per la sua architettura bizzara, i suoi ristoranti e la sua vita notturna intensa.
Giza
Situata a circa 20 km dal centro del Cairo, Giza è una piccola località sulla riva occidentale del Nilo, che ospita una tra le più imporanti necropoli dell'antico Egitto.
Giza è famosa per i suoi antichi monumenti, tra cui la Sfinge, la più antica scultura monumentale, costruita intorno al 2500 a.C., che fa da sentinella alle Piramidi, le uniche costruzioni sopravissute fra le Sette meraviglie del mondo antico.
Divenne la necropoli dell'allora capitale di Egitto, Menfi, circa 5000 anni fà.
Durante il periodo della IV dinastia sono stati edificati qui, in un tempo relativamente breve, circa 100 anni, tre complessi piramidali, dedicati alla sepoltura dei re defunti.
Per tradizione, dopo il trapasso del re, il suo corpo fu portato in barca fino al suo tempio funerario, dove era imbalsamato prima di essere trasportato lungo la rampa che collegava il tempio alla sua tomba, sotto o dentro la piramide.
Le piramidi satellite vicine e le tombe di pietra, i mastaba, erano il luogo di seppolutira delle regine e di importanti membri della corte reale.
Per prevenire il degrado delle piramidi, attualmente la loro visita è organizzata in gruppi piccoli.
Il momento migliore della visita è il mattino presto o la sera, momenti nei quali la temperatura è più mite.
All'interno delle piramidi l'aria può essere molto pesa e soffocante, si sconsiglia la loro visita interna a chi non è in buona salute.
La zona della piana di Giza si può perlustrare anche a cavallo o a dorso di cammello, ma anche a piedi l'esperienza è indimenticabile.
I dintorni di Giza
Nell'area che circonda la Piana di Giza sono dislocate tante tombe che meritano una visita.
Fra le tombe mastaba vicine alla piramide di Cheope sono da non perdere quelle di Qar e Idu, della VI dinastia.
Qar era un ufficiale di alto rango che aveva il compito di gestire la manutenzione delle piramidi e organizzare le celebrazioni funerarie, suo figlio Idu era lo scriba reale.
Le tombe hanno rilievi e statue raffiguranti i defunti in vari momenti della loro vita.
Vicino alla piramide di Cheope troverete la tomba del suo figlio, Khufukhaf, ornata da splendidi rilievi.
Non lontano è seppellita anche la sua moglie Meresankh, una sacerdotessa dipinta sulle mura dalla sua tomba vestita con la pelle di leopardo, in genere insieme ai sacerdoti.
La bionda madre Hetepheres III indossa un tipico abito con spalline a punta.
Dopo una giornata calda e polverosa nell'altopiano di Giza concedetevi un aperitivo al lussuoso Hotel Mena House, da dove potrete contemplare lo spettacolo delle piramidi al tramonto.
La piana di Giza
Questa formazione rocciosa sulla quale sorgono le Piramidi e la Sfinge è situata a circa quindici chilometri dal centro del Cairo, in direzione sud-ovest dalla capitale.
Un tempo, i monumenti che si ergevano al limite del deserto, si raggiungevano con una corsa a cavallo attraverso i campi.
Nel XIX secolo Giza fu collegata al Cairo con una strada lungo la quale passava un tram.
Oggi la strada esiste ancora, si chiama Sharia El- Ahram, Via delle Piramidi, una via a quattro corsie intasata giorno e notte da un traffico rumoroso.
Il tram non esiste più, è stato sostituito da un servizio regolare di pullman dotati di aria condizionata che collegano Midan et-Tahrir e la Piana di Giza.
In alternativa,la corsa in taxi costa 10 dollari circa.
Vi sono due accessi alla Piana di GIza: uno dal villaggio di Nazlet es-Samaan, l'altro è un proseguimento di Sharia El-Ahram, alla destra del Mena House Hotel.
In entrambi i casi, si paga l'ingresso in un chiosco al-bordo della piana, da dove si accede al sito delle Piramidi.
Le Piramidi di Giza
Queste strutture monumentali sono state costruite durante il regno di tre imporatnti faraoni della IV dinastia (2613-2498 a.C.) dell'Antico Regno.
Gli archeologi concordano nel ritenere che le piramidi fossero strutture destinate alla sepoltura dei re.
Non è però conosciuto con certezza ne lo scopo di alcune parti delle Piramidi di Giza, ne la ragione per quale i pozzi di aerazione siano orientati in direzione di importanti costellazioni.
Il fatto che gli angoli di sud-est si trovino lungo una perfetta diagonale e che i lati siano allineati con il nord geografico ha indotto molti a cercare di fornire spiegazioni fantasiose: tanti ricorderanno sicuramente i libri di Erik von Deniken.
Nonostante lo spettacolo sia impressionante, la prima visita potrebbe dimostrarsi deludente.
Le innumerevoli riproduzioni e fotografie - le Piramidi sono tra i monumenti più fotografati al mondo - mostrano tutte le Piramidi in mezzo al deserto, ma i sobborghi del Cairo si sono lentamente insinuati, giungendo quasi a lambire la Sfinge.
E' necessario un biglietto per entrare in ognuna delle Piramidi e l'ingresso è consentito a sole 300 persone al giorno, quindi entra solo chi prima arriva nella valle.
Per permettere il regolare svolgimento dei lavori di restauro, a rotazione, solo due delle tre piramidi sono aperte al pubblico.
Recatevi sul sito molto presto: una visita in mattinata consente anche di evitare la calura del sole.
Il monumentale complesso dei templi di Luxor e Karnak fu edificato nella città dei vivi, sulla sponda orientale del Nilo.
I due templi furono collegati dal viale delle sfingi.
In questo complesso, per alcuni millenni, i faraoni aggiunsero templi, obelischi, santuari e piloni.
Tutto questo perchè desideravano ottenere la protezione delle divinità e raggiungere l'immortalità.
Il Tempio di Luxor è stato costruito, per volontà del faraone Amenophis III, padre di Amenophis IV poi Akhenaton, in onore di Amon-Ra, Mut e Khonsu.
E' formato da un santuario, una sala ipostila, un cortile ed un colonnato.
In seguito fu completato da Tutankhamon e Ramses II.
Questo tempio fu definito dagli egiziani "l'harem di Amon".
Servì per festeggiare e celebrare l'arrivo del nuovo anno,quando la processione del dio Amon soleva lasciare Karnak per prender parte alla festa di Opet.
Era collegato al tempio di Karnak.
Il tempio di Karnak, domina tutta l'area archeologica di Tebe.
E' il principale centro del culto di Amon-Ra, l'edificio originario fu costruito nel II millennio,ma il tempio continuò ad estendersi sino alla dinastia dei Tolomei, questo avvenne per il semplice motivo che i faraoni,di ritorno dalle campagne militari, per ringraziare il dio Amon-Ra, facevano ingenti offerte e lasciavano un segno del loro regno.
Il complesso di Karnak è costituito da tutta una serie di templi, obelischi, statue, piloni e muraglioni e dal Lago Sacro.
In questo complesso possiamo costatare un fenomeno assai comune nell'antico Egitto: i faraoni spesso solevano cambiare il volto di statue o modificare le iscrizioni,per attribuirsi le opere dei precedenti sovrani.
Il tempio di Horo a Edfu è sicuramente uno dei monumenti più suggestivi che sorgono sulla riva del Nilo tra Luxor e Assuan.
Rimase sepolto da sabbia e fango per quasi due millenni, mostrandosi oggi come il tempio tolemaico più grande e meglio conservato d'Egitto.
Costruito in età greco-romana, ha delle caratteristiche classiche, tipiche dell'architettura egizia, la sua visita è utile quindi per vedere come apparivano i templi egizi nella loro struttura originaria.
La città di Edfu (o Idfu), piccolo e polveroso paesino dedicato alla produzione della canna da zucchero,si trova a metà strada tra Luxor e Assuan, a circa 110 km circa da entrambi.
Può costituire una piacevole gita di un giorno, raggiungibile in autobus o nei battelli da crociera che vi fanno scalo.
Era un importante luogo sacro per gli egizi, dal momento che,secondo un'antica leggenda, il dio-falco Horus qui ha combattuto un'aspra battaglia contro Seth.
Era un luogo molto animato anche per la sua posizione strategica,la quale gli conferì in importante ruolo nel fiorente commercio locale.
IL TEMPIO DI EDFU
Il tempio di Edfu, uno dei più belli dell'antico Egitto, è dedicato a Horus, il falco protettore del faraone.
Lo stato di conservazione del tempio è buono, grazie alle sabbie del deserto che lo hanno celato sino a quando nel 1860 Auguste Mariette diede inizio alla campagna di scavi.
La parte più antica del tempio risale al 237 a.C. la più recente alla dinastia dei Tolomei.
Il pilone d'ingresso, presenta dei rilievi del faraone, del dio Horus e della dea Hathor, il cortile è delimitato da un colonnato, una statua del dio Horus si trova davanti alla Sala ipostila, poi c'è la Sala delle Offerte e infine il Santuario.
In questo tempio è rappresentata la mitica battaglia tra il dio Horus ed i suoi nemici, nelle vesti di coccodrilli e ippopotami.
Ogni anno gli antichi egizi solevano celebrare, in questo tempio, l'incontro tra il dio Horus e la dea Hathor sua sposa, trasportata al tempio di Edfu da quello di Dendera.
IL TEMPIO DI HORUS
Il tempio di Horo (Horus) è particolarmente interessante per gli egittologi, in quanto si ispira alle strutture faraoniche più antiche.
Per accedere al tempio si deve necessariamente passare attraverso un poco interessante bazar turistico.
Due eleganti statue di Horo in granito nero fiancheggiano l'ingresso al pilone,che conduce a un ampio colonnato e alla prima sala ipostila.
Sfortunatamente l'impatto del tempio è sminuito per il visitatore,poiché si deve passare lungo la parte posteriore per giungere ad ammirare lo splendore del pilone d'ingresso.
Il primo pilone, alto 36 metri, è decorato con due scene speculari del faraone che abbatte i nemici al cospetto del dio Horo e della dea Hathor.
Proseguendo si trova una seconda e più piccola sala ipostila con stanze laterali destinati ai doni per gli dei prima di portarli nella sala delle offerte.
Le scale collegano la sala delle offerte al tetto, da cui si vede lo splendido paesaggio dei campi circostanti attraversati dal Nilo.
A sud-ovest del tempio si trovano i resti della casa natale di Horo, il punto nodale della festa dell'incoronazione, che celebrava la nascita di Horo e la sua incarnazione nel faraone.
A sud di Assuan, cinto da piantagioni di canna da zucchero, è ubicata Kom Ombo, costruita sul luogo dell'antica città di Pa-Sebek, la sede di Sobek, centro del culto del dio-coccodrillo.
Le traccie della vecchia città sono svanite, insieme ai coccodrilli, estinti per la loro caccia estensiva.
Ne resta però un magnifico tempio affacciato sul Nilo, che giustifica ampiamente l'inclusione di questa cittadina nel vostro viaggio.
Oggi la città ospita molti nubiani, dispersi a causa della formazione del lago Nasser.
Il modo migliore per arrivare a Kom Ombo è via fiume.
Arrivando dal su un battello da crociera, le rovine del tempio vi appariranno in una splendida scenografia.
In alternativa potete raggiungere la città da Assuan in macchina, in pullman o treno.
IL TEMPIO DI KOM OMBO
Il tempio è di età post-faraonica, dello stesso periodo come quelli di Esna e Edfu.
Fu ultimato nel periodo romano, probabilmente sulle fondazioni di una struttura precedente.
Il pilone d’ingresso fu aggiunto successivamente dall'imperatore romano Augusto, intorno al 30 a.C.
La sua destinazione è insolita, volta a due divinità, Sobek il dio-coccordillo, e Horo il Vecchio, il dio-falco.
Dispone di un duplice santuario, in un architettura simmetrica dove ciascuna metà è dedicata al suo dio.
Per accedere al tempio attualmente si entra da un ingresso laterale, che un tempo fungeva da porta all'interno del recinto.
Il pilone d’ingresso originale è stato completamente eroso dal Nilo.
La struttura interna del tempio è molto simile a quella di Esna.
Dalla corte anteriore, purtroppo molto danneggiata, due porte conducono alla sala ipostila, con otto colonne capitelli a forma di fior di loto, decorata con scene relative a Horo sulla parete sinistra e a Sobek su quella destra, dove troviamo anche la Cappella di Hathor, dedicata alla dea consorte di Horo.
Nella cappella è esposta una collezione di mummie di coccodrilli.
A sinistra si trova un grande pozzo e un bacino usato per allevare i coccodrilli sacri.
La città più meridionale d'Egitto, Assuan, situato di fianco la Prima Cateratta, l’unica rapida del Nilo su territorio egiziano che ha reso il fiume invalicabile per le imbarcazioni, aveva un importanza strategica per la difesa delle frontiere egiziane sin dai tempi del vecchio regno.
Oltre il suo ruolo militare era anche un florido centro di mercato, collocato sul crocevia di antiche rotte commerciali.
Vi giungevano qui le carovane che portavano dal sud merci pregiati come l’oro, profumi, pelli di animali e zanne d'avorio.
Assuan sorge sul punto più affascinante del Nilo, dove le acque del fiume incontrano il deserto formando piccole idilliche isole.
Gli abitanti sono per la maggior parte nubiani, arrivati qui durante la costruzione della grande diga.
Attualmente è poco più di una sosta sulla strada per Abu Simbel, tuttavia, la città merita una visita più approfondita, per il suo esotico mercato, l'incantevole museo e alcuni siti di età faraonica nelle sue vicinanze.
L'afflusso di stranieri era sempre notevole, il piccolo villaggio si stava trasformando in un’attrazione turistica ancora dall’inizio dello scorso secolo.
Il lungofiume, o Corniche di Asswan, è forse il più bello di tutto l'Egitto, in quanto si affaccia su un tratto particolarmente suggestivo, affinato da isolotti ricoperti da palmeti.
A nord dalla Corniche, verso l'interno, si incontra il famoso mercato di Assuan, il quale anche se non offre più le merci che vantava un tempo fà, è tuttora uno spettacolo di fragranze e colori esotici, ricco di spezie, tessuti, tappeti e gioielli nubiani.
Nell’altra direzione del viale, su una collinetta, si trovano i giardini pubblici, Ferial Garden, ideali per ripararsi dal sole della giornata.
Un altro ricordo dagli albori del turismo internazionale è l’ Old Cataract Hotel, alloggio scelto da numerosi personaggi famosi tra cui Agatha Christie, che nel 1973 ha scritto qui parte del suo romanzo Assassinio sul Nilo.
L'OBELISCO INCOMPIUTO
A circa 1 km a sud di Assuan è visibile un gigantesco obelisco rimasto ancora nella sua cava risalente al Nuovo Regno.
Le sue dimensioni, se fosse stato completato, supererebbero il 40 m di altezza e le 1800 tonnellate di peso.
L’obelisco fu abbandonato e lasciato parzialmente attaccato alla roccia quando sul suo ultimo lato venne scoperta una crepa che l’ha resa irrecuperabile.
Visitando la Valle del Nilo, il tempio di Iside a Philae situato su un'isola del Nilo è sicuramente una tappa da non perdere.
Si può accedere al monumento solo con piccole barche, ma anche la gita in sé costituisce una straordinaria esperienza: i piccoli taxi d'acqua che navigano sul fiume passano accanto a spettacolari monumenti sparsi lungo la riva dell'isola di Agilkia.
Philae deve la sua fama alla presenza del culto della dea Iside che attirava i pellegrini dell'intero bacino mediterraneo.
E'sopravvissuto all'era cristiana, rimanendo l'ultimo baluardo del paganesimo.
Per vedere il tempio, quarant'anni fa, le barche dei visitatori si dirigevano verso l'isola di Philae, dove fu originariamente costruito il complesso templare in età tolemaica.
Dopo la costruzione della Diga di Assuan il livello del Nilo è salito, sommergendo completamente il tempio per sei mesi l'anno. Attraverso l'acqua pulita del fiume era possibile vedere i cortili e le colonne sommerse.
Negli anni '60, quando è sorta la minaccia di inondare l'isola per sempre, i templi sono stati smontati blocco per blocco e ricostruiti al disopra del livello delle acque sulla vicina isola di Agilkia, rimodellata per assomigliare il più possibile all'isola sommersa di Philae.
Arrivando sull'isola di Agilkia si incontra subito un piccolo tempio eretto da Nectanebo I, il più antico monumento del complesso.
Nelle vicinanze si trova il cortile esterno racchiuso da due lunghe file di colonne.
La fila delle colonne orientali è interrotta dal Tempio di Arensnuphis, mentre nel colonnato occidentale vi sono delle finestre che si aprono sul fiume.
Costruito da Ramsesse II, Abu Simbel è uno dei più famosi monumenti dell'antico Egitto, insieme alle Piramidi e la Sfinge di Giza.
Situata al confine meridionale del Paese, scolpita in una parete di pietra nel XIII secolo a.C., è uno spettacolo mozzafiato.
La sua facciata di 33 m d'altezza, con le quattro colossali statue di Ramses II che porta la doppia corona dell'Alto e del Basso Egitto aveva il ruolo di mostrare la supremazia del faraone ai visitatori che provenivano da sud.
Il Grande Tempio fu dedicato alle divinità protettrici delle grandi città egiziane - Amon di Tebe, Ptah di Menfi e Ra-Harakhty di Eliopoli.
Intagliato nella parete rocciosa sulla sponda occidentale del Nilo, fu iniziato nel quinto anno di regno del faraone e ultimato in 30 anni.
Al tramonto dell' età dei faraoni, il monumento fu trascurato e gradualmente sepolto dalla sabbia. Scomparve completamente dalla storia, senza essere più menzionato ne dai greci ne dai romani.
Il suo ritrovamento è dovuto a Lewis Burkhardt, un esploratore svizzero che nel 1813 descrive il luogo come un insieme di statue dai quali si vede poco altro che la testa e le spalle.
Nel 1817, l'esploratore italiano Giovanni Battista Belzoni riuscì ad entrare nel tempio, ma fu putroppo deluso dai pochi oggetti ritrvoati all’interno.
Il monumento è rimasto parzialmente sotto la sabbia per altri decenni, rivelato nella sua completa maestosità solo nel 1909.
IL TEMPIO DI HATOR
Il tempio più piccolo ad Abu Simbel, dedicato alla dea dell'amore, Hathor, fu costruito da Ramses II in onore della sua sposa preferita, Nefertari.
Sul fronte del tempio si ergono sei statue colossali, alti di circa 10 m, raffigurando Ramesess e la regina.
Queste sono affiancate da figure più piccole di altri membri della famiglia regale.
All’interno del tempio, la sala ipostila è decorata con pilastri sormontati da teste di Hathor e scene di Ramses che combatte i nemici.
Le pareti sono ornate di scene raffiguranti Nefertari, Hathor e Mut.
Sulla parete di fondo, è raffigurata la coppia reale che porge offerte agli dei.
Negli anni sessanta i templi di Abu Simbel sono stati ricollocati, poiché il lago Nasser minacciava di sommergerli.
Lo spostamento è stato effettuato sotto la guida dell'UNESCO, trasportando e ricollocando i monumenti su una parete artificiale, situata a 210 m di distanza e 65 m più in alto rispetto al sito originario.