Al nostro arrivo fuori dall’aeroporto di Zanzibar troviamo un autista ad aspettarci, che ci accompagna ad Uroa, dove alloggeremo in uno splendido Resort gestito da italiani, immerso nel verde, tra i fiori di ibisco e bouganville, il Palumboreef Beach .
L’arcipelago di Zanzibar è fra i paradisi terrestri ancora incontaminati al mondo, fa parte della Repubblica Unita della Tanzania e comprende l’isola principale Unguja (spesso identificata erroneamente con il nome di Zanzibar) e altre isole che la circondano.
Il nome Zanzibar deriva probabilmente dal persiano e significherebbe “terra dei neri”, ma viene anche proposta un’altra etimologia di origine araba, che significa zenzero.
C’è la possibilità di organizzare numerose escursioni e noi ovviamente ne approfittiamo... la prima che facciamo è lo spice tour + stone town... il tour delle spezie (che a noi piacciono molto e usiamo in cucina) offre una panoramica delle piccole aziende agricole situate nella zona rurale, dove si coltivano chiodi di garofano, vaniglia, noce moscata, cardamomo, zenzero solo per citarne alcune!
In un turbine di aromi e profumi, la guida ci fa anche assaggiare le spezie e ci spiega come vengono utilizzate queste risorse, poi un ragazzo del posto sale in cima a una palma da cocco per raccoglierlo e farci assaggiare il suo delizioso succo fresco, il tutto mentre canta Jambo Jambo Bwana, una tipica canzone in lingua swaili, che sentiamo cantare da una settimana e abbiamo imparato anche noi!
Questo tour ci ha fatto capire come mai Zanzibar è definita “l’isola delle spezie”!
Lasciamo la zona rurale e ci dirigiamo in città e vediamo i tetti in lamiera delle case povere, le cupole delle moschee, i campanili delle chiese cristiane, il tutto in un mix di stili che hanno reso il quartiere più antico della città, Stone Town patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.
Tra i palazzi più belli vediamo la Moschea di Malindi, il Palazzo del Sultano, quello delle Meraviglie, la Cattedrale di San Giuseppe e passeggiando tra le strette vie di Zanzibar, possiamo inoltre ammirare i noti portoni di legno, intagliati con motivi islamici.
Visitiamo anche il mercato locale di frutta tropicale e quello del pesce, fino ad arrivare sul lungomare e ai giardini Forodhani, uno dei punti di ritrovo della città, dove ci sono musica, bancarelle e dove si può assaggiare lo street food locale!
Il nostro giro in città si conclude poi con la visita alla casa natale di Freddy Mercury, oggi trasformata in hotel.
Il giorno seguente partiamo per un’altra escursione:
Prison Island è una piccola isola situata davanti a Stone Town, infatti si parte proprio da qui, al mattino presto con le caratteristiche barche... all’arrivo visitiamo subito le prigioni, utilizzate ancora nel diciannovesimo secolo.
Sull’isola possaimo ammirare le coloratissime stelle marine e una colonia di tartarughe giganti di Aldabra (Seychelles), la cui origine è controversa, si dice che siano state portate qui per proteggere la specie dall’estinzione e bracconaggio, oppure che potrebbero discendere dalle tartarughe che i marinai che navigavano nell’Oceano Indiano portavano con sé come riserva di carne fresca, o che il sultano di Zanzibar le avesse portate come ornamento nel 1800.
Altre fonti ritengono che le tartarughe siano arrivate in tempi più recenti (1919) e che siano un regalo del governatore britannico delle Seychelles.
Dunque da prigione a riserva naturale, pensate che le tartarughe sono 133 e la più vecchia ha 191 anni!
L’età è scritta sulla loro corazza ed è aggiornata tutti gli anni.
Lasciamo le tartarughe giganti e dopo circa 30 minuti di navigazione arriviamo a Nakupenda, chiamata anche “l’isola che non cè”!
Il nome deriva dal fatto che ogni quattro ore scompare con l’alta marea, è un piccolo paradiso terrestre con spiagge bianche e acqua cristallina... ci servono un delizioso pranzo sulla spiaggia, con pesce fresco e crostacei cotti alla brace, patate e frutta tropicale.
Dopo pranzo ci viene concessa ancora un’ora di tempo per goderci l’isola, perché la marea inizia a salire rapidamente e dobbiamo risalire sulla barca prima che la lingua di sabbia scompaia...
L’ultima escursione che abbiamo fatto e che vi consigliamo è il cosiddetto safari blu, un’intera giornata all’insegna del mare... la gita avviene sempre a bordo della tipica imbarcazione locale (dhow) con la quale raggiungiamo una piccola isola di sabbia bianca, sperduta nell’Oceano Indiano, dove abbiamo fatto snorkeling e mangiato freschissima frutta tropicale!
Dopo un’ora circa saliamo in barca e ci dirigiamo verso l’isola di Kwale, visitando la laguna circondata dalle mangrovie, un altro ambiente soggetto periodicamente alle maree.
All’ora di pranzo gli organizzatisimi boys che organizzano le escursioni, ci preparanpo un altro ottimo pranzo a base di pesce fresco e dopo una breve siesta, facciamo una passeggiata nella foresta che ricopre Kwale per vedere un centenario baobab gigante, che ti fa sentire veramente minuscolo!
E per finire non poteva mancare un po' di shopping fra le tante bancarelle di souvenir situate sulla spiaggia.
Si conclude così la nostra bellissima vacanza e non vorremmo mai lasciare questo paradiso fatto di spiagge bianche, mare cristallino, fondali con coralli e pesci colorati foreste rigogliose...